GOLA PROFONDA proiettato nel 2022: l’imbarazzante disagio in sala

Image: © MILTON GREENE

Restaurato dalla Cineteca di Bologna e riproposto al cinema dopo cinquant’anni: “Gola profonda” è un cult che tutti dovrebbero vedere come “The Blues Brothers” o “Eyes Wide Shut”. L’occasione di vederlo sul grande schermo è arrivata in giugno accompagnata dalla presentazione  dei due simpatici figli del regista Gerard Damiano, di origini italiane. La trama la conosciamo tutti ed io ho una particolare affezione verso Linda Lovelace, nata Boreman. Una donna vessata, maltrattata che ha patito violenze inenarrabili a causa del marito-manager. Anzi qualcuna la narro. Come quella volta in cui fu costretta a prostituirsi passando la notte con quindici uomini; quando dovette subire un rapporto anale terribile da una donna sadica, amica del marito, che con un dildo enorme le lacerò lo sfintere. Oppure quando fu obbligata a girare un porno con un cane che era più impaurito di lei. Non so se la gente in sala avesse mai letto l’autobiografia di Linda, ma poco importava. Il cinema era pieno ed il pubblico, con mia grande gioia, era eterogeneo e soprattutto giovane. Mi sono detta, prima che si spegnessero le luci, che era un bel segno progressista ma mi sono ricreduta. Il film è del 1972 quindi va contestualizzato. I porno di oggi non hanno trama, sottofondo musicale (e qui la musica è divertentissima) e non sono ironici. “Gola profonda” lo è. Ma è sempre un porno. Si vede sesso esplicito, fellatio ovviamente, anal, orge, cunnilingus in primissimo piano. Senza filtri, senza sbiancamento anale, senza total wax. Si notano pure i lividi sulla coscia della Lovelace, visto che la sera prima di girare, il marito Chuck Traynor  la massacrò di botte. 

Ebbene non sono riuscita a restare fino alla fine della proiezione. Questi giovani spettatori hanno iniziato a sghignazzare sin dalla prima scena in cui un attore lecca con enfasi la vagina di una delle protagoniste. Cosa ci sarà mai stato da ridere? Da lì è stato un continuo. Non solo per le scene indiscutibilmente buffe, ma anche durante i primi piani di genitali, di penetrazioni, di leccate. Nascondevano un disagio questi ragazzi, perchè il riso in questo contesto era proprio la reazione all’imbarazzo. Bizzarro il fatto, no? Generazioni cresciute con la libertà di accesso ai porno, che probabilmente vivono male anche la loro sessualità proprio perchè deriva da una cattiva educazione sessuale. O forse da nessuna. Il paradosso è che sui social sembra tutto così open, libero, consapevole. No, cari miei. Se nel 2022  si ride guardando l’ingoio di un pene o di un primo piano di un sapiente cunnilingus, probabilmente il sesso si vive con poca consapevolezza, libertà, gioia. E stiamo regredendo, mi sa. Alla loro età ridevo sì, ma non certo con un film a luci rosse. Delle due, dopo, andavo a fare l’amore ancor più desiderosa, col mio fidanzato.

Fare l'amore dovrebbe riguardare due persone sole. Non una di più, non una di meno. Non sono affari di nessun altro.

Linda Lovelace

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