ImageS: © bettina zagnoli archives
E’ un’ ode all’amore la mostra “Valerio Zagnoli – L’acqua della vita, dalla fiaba alle cromie”
exhibitions
VALERIO ZAGNOLI (1924 - 1990)
Dove: PRO LOCO di Porretta Terme (Bo) – Piazza della Libertà
Quando: 8 – 20 agosto 2023
Orario: 9,30 – 12,30 ad esclusione del sabato (16 – 19,30) * Ferragosto 9,30 – 12,30 / 16 – 21
(*gli orari possono subire variazioni)
Contatti: www.bettinazagnoli.com
Info: Porretta
Da Bologna si raggiunge in auto tramite la SS64 oppure in treno (1 ora circa) col regionale. Famosa per le acque termali è incastonata nell'Appennino Tosco Emiliano.
Valerio Zagnoli (Bologna 1924-1990) dipingeva per hobby su tela, soprattutto con la tecnica ad olio. In ogni sua opera l’acqua è onnipresente. Nature morte, fiori di campo, bottiglie, vasi composti “morandiani” in cui la vita, apparentemente ferma, scorre fresca ed adattabile. I borghi, le aie, i casolari, ricordano lo stile pittorico dei macchiaioli per cui Valerio Zagnoli aveva una passione; un tratto con pochi contorni netti ed uno sguardo verso gli scorci, i cortili, le viuzze di paesi impressi nella memoria di un passato rurale e genuino. Vengono utilizzati colori meditativi, lievi e armoniosi: primo tra tutti il celeste che, dopo l’aurora, tinge il cielo e si immerge negli occhi e nello spirito di chi è mattiniero.
L’idea della mostra “L’ACQUA DELLA VITA – dalla fiaba alle cromie” è elogio dell’amore paterno e nasce da una pagina di giornale emersa durante un trasloco di famiglia: il 13 luglio 1955 su IL RESTO DEL CARLINO usciva un bell’articolo che raccontava come al Festival di Montecatini (PT) si svolse una competizione dove presero parte “i più appassionati della macchina da presa”, impiegati di giorno ma registi ed operatori di notte. Arrivò secondo il gruppo bolognese formato da Luciano Visani, Valerio Zagnoli – realizzatore dei pupazzi – ed altri amici. Tradussero per lo schermo la fiaba dei fratelli Grimm “L’ACQUA DELLA VITA”. Impiegarono mesi e notti insonni per realizzare l’animazione, consta di 30mila fotogrammi. Da qui incomincia la traccia artistica che dalla scultura lignea porterà Valerio Zagnoli a optare per la tecnica ad olio, per i pennelli, per le spatole e per la tavolozza. Valerio Zagnoli muore nel giugno del 1990 col desiderio di realizzare una mostra coi suoi dipinti. Dopo qualche giorno dalla sua tumulazione nel cimitero di Porretta Terme, viene trovata questa poesia da lui scritta.
“ Il treno, ormai è partito, rimane solo il mio abbraccio infinito.
Lontano…nel ricordo silente, i rimpianti non valgon più niente.
Nel bisogno c’è sempre il mio cuore.
Sono ancora qui, vicino a voi con immenso, infinito amore.
Valerio”
Emerge anche in questo caso la sensibilità del poeta e del senso del movimento: che sia un abbraccio, che sia un metaforico treno o che sia la forma dell’acqua che avvolge, benefica. L’affetto di Valerio Zagnoli verso i propri cari torna a connettersi con il presente tramite i battiti della sua arte che, finalmente, viene esposta in un luogo a lui famigliare accanto al fiume Reno. Ed ecco, ancòra, il flusso dell’acqua della vita che è presenza corale e non sofferto addio.